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Ci si chiede, perché siamo più ansiosi?
Una delle principali spiegazioni è legata al fatto che gli attuali ritmi di vita (ma anche l’eccesso di stimolanti e stupefacenti) richiedono al nostro cervello continui adattamenti e risposte a stimoli nuovi, siano avversi o piacevoli.
Il futuro fa paura: di fronte all’incertezza, al pericolo reale o immaginato, la reazione di allarme crea ansia, che tende ad amplificarsi e a cronicizzarsi. Le persone con maggior predisposizione tendono a sviluppare un disturbo che rende la risposta di ansia svincolata dallo stimolo. Si osservano così episodi di panico, ossessioni continue, preoccupazioni eccessive su tanti aspetti della vita quotidiana. Tutti fenomeni che peggiorano la qualità della vita, le relazioni interpersonali e diminuiscono le nostre prestazioni professionali.
Il risultato è che ci troviamo sempre più soli.
Riconoscere i sintomi e trattarli
Importante è riconoscere subito i sintomi e trattarli con interventi appropriati, siano essi farmacologici o psicoterapeutici, per evitare che un problema si trasformi in un dramma. L’ansia si può curare e anche guarire, non bisogna vergognarsi di parlarne o negarne l’esistenza. E’ più comune di quanto si pensi, ma solo una persona su tre si cura.
Un documento statunitense fa chiarezza su una condizione diffusa a proposito dell’ansia, perché troppi sono i malintesi che circondano questo disturbo.
Per questo l’Anxiety Disorders Association of America ha pubblicato un documento in cui cerca di fare chiarezza; molti miti da sfatare sui diversi disturbi che chiamiamo ansia, dalla vera soglia patologica, alle possibili cause. In questo documento si cerca di chiarire i falsi miti che circondano l’ansia, primo punto da chiarire è quando, veramente, si può parlare di vero disturbo o quando invece l’ansia sia da considerare normale, se non addirittura positiva.
Lo stesso nome, due manifestazioni diverse
Purtroppo diamo lo stesso nome a due manifestazione ben diverse:
- L’ansia buona è quella che ci consente di stare in allerta e a far fronte a novità come un esame, un colloquio di lavoro, in questi casi è del tutto fisiologico provare inquietudine o sentirsi diversi dal solito;
- L’ansia patologica, quando scatena un disagio profondo e costante un mal funzionamento dell’individuo e dei suoi comportamenti.
Anche sulle cause dell’ansia è bene sgombrare il campo dagli equivoci: esiste una predisposizione genetica, tanto che avere familiari con disturbi d’ansia accresce il rischio fino a dieci volte. Conta poi il carattere: chi è un perfezionista , rigido, chi ha una personalità evitante o dipendente ha una maggiore probabilità di avere disturbi.
Ma, anche se esperienze negative precoci possono avere un ruolo nei disagi emotivi futuri, non sempre le ”radici” dell’ansia vanno cercate nell’infanzia. Infatti, come sottolinea il documento degli esperti americani: si tratta di un falso mito ed è poco costruttivo ostinarsi a cercare motivi lontani piuttosto che intervenire eliminando i disturbi presenti.
Inoltre non è vero che la strategia migliore per controllare l’ansia sia evitare le fonti di stress ed essere continuamente rassicurati da parenti ed amici. Magari le condotte di evitamento riducono frequenza ed intensità degli episodi, ma compromettono le condizioni del paziente che si demoralizza prova sensi di colpa e di inadeguatezza.
Il soggetto diventa dipendente da figure di riferimento che lo rassicurano, con il risultato che l’autonomia si riduce sempre di più e che ci si auto svaluta sempre di più. Altrettanto sbagliato è consigliare di mettere in atto degli atti scaramantici o tenere con sé un oggetto ritenendolo “magico”, tutto ciò potrebbe dare , forse, solo un sollievo momentaneo e può perfino diventare una compulsione.
Inoltre il documento americano invita anche a non credere alle soluzioni facili come diete, esercizio fisico, limitazione della caffeina tutto questo potrebbe aiutare, ma da solo non basta.
Altro mito da sfatare è che i tratti d’ansia siano caratteristiche intrinseche della persona, impossibili da cambiare, perché hanno un esordio precoce: il timido che diventa sempre più chiuso o isolato o il nevrotico che accumula comportamenti ossessivi, e che sono sempre stati così è la loro natura. Invece questi disturbi si possono e si devono curare.