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FORSE SIETE “NOMOFOBICI” Ansia da disconnessione

La parola “nomofobia” è la contrazione di “no-mobile” in italiano può essere tradotto “paura di restare senza telefonino”.

Negli adolescenti il suono dell’arrivo di un messaggio su WhatsApp si associa ad un incremento cerebrale di dopamina, l’ormone del piacere.

Quindi è difficile non sentire un filo d’ansia quando l’autonomia della batteria del cellulare scende pericolosamente verso il basso e non abbiamo con noi il carica batteria o si è disconnessi da internet e man mano che sale l’ansia in continuazione si mette la mano in tasca per accettarsi che non l’abbiamo lasciato a casa o l’abbiamo perso. Tali comportamenti possono essere considerati quasi una malattia, senza telefonino andiamo nel panico, tale reazione può nascondere una vera dipendenza patologica, molti ricercatori di Hong-Kong si stanno occupando di questo disturbo anche se non ancora riconosciuto come una patologia, però potrebbe diventarlo.

Una domanda che dovremmo farci è perchè facciamo un uso dei cellulari in maniera così eccessiva, forse è diventato un prolungamento di noi stessi, un estensione dell’Io, quando sorge un ansia da separazione ed è sempre più difficile separarsene solo per pochi minuti, forse dobbiamo cominciare a preoccuparci.

Chi instaura un rapporto maggiormente distorto, sono più frequentemente gli adolescenti, che hanno bisogno della conferma del gruppo per una scarsa autostima ed hanno paura di essere tagliati fuori dalla comunicazione con i loro amici e quindi sono portati a dormire con il telefono accanto al cuscino fino a notte fonda, così c’è l’illusione di essere sempre con i loro amici.

Il suono di un messaggio su WhatsApp porta ad un incremento di dopamina e difficilmente si riesce a rifiutare tale gratificazione che crea un attaccamento morboso con l’oggetto, infatti nel momento che viene a mancare c’è un aumento dell’ansia, fino ad arrivare a veri attacchi di panico.

Il problema più rilevante è che i ragazzi perdono ore di riposo per stare in chat o sui social, perdendo ore di sonno e il giorno dopo a scuola perdono la concentrazione e sono sempre di più alla ricerca di esperienze gratificanti, sviluppando un comportamento ossessivo-compulsivo.

Quando il genitore nota che il figlio non si stacca dal telefonino neanche all’ora di cena, dovrebbe cominciare a preoccuparsi, ma  non serve minacciarli o togliergli il telefonino, bisognerebbe parlargli e distrarli senza entrare in contrasto, ma portarli ad un piano di realtà, perchè quando si arriva ad un comportamento punitivo vuol dire che la battaglia è persa.

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