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Psicologo a Monteverde Roma

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L’ IMPORTANZA DELL’HOLDING NEL BAMBINO TIRANNO

I comportamenti del bambino “tiranno” vengono presi in considerazione da professionisti come pediatri, educatori, psicologi e neuro-psichiatri infantili, soprattutto da genitori che il più delle volte non riescono ad interagire con i propri bambini.

La psicologa Jirina Prekop ha studiato il comportamento dei bambini tiranni, cercando di conoscere le cause di tali comportamenti per cercare di aiutare sia i genitori che gli educatori a contenere tale rabbia e disagio emotivo del minore.

L’argomento che tratta nei suoi libri è molto importante, ritenendo che tali comportamenti potrebbero essere “una patologia relazionale” molto diffusa in questi ultimi anni, tipica delle società industriale, polemizzando con generazioni precedenti, che venivano definite come autoritarie.

Il problema è multifattoriale, da una parte c’è il bambino che assume degli atteggiamenti da “pascià” e dall’altra il genitore debole che cerca di sottomettersi al volere del bambino, assumendo comportamenti umilianti per accontentare il bambino.

La domanda da farsi, più preoccupante è la strafottenza del bambino, o la reazione del genitore? A tale domanda, studiosi che si sono adoperati nello studio di questi comportamenti, hanno risposto che l’obiettivo sarebbe stato di occuparsi di più del genitore, affinchè i figli crescano più sereni e calmi. Inoltre i bambini non sono diversi dei bambini di 30 anni fa, ma sono diversi i genitori nel mostrare la loro fermezza.

Il genitore in passato avrebbe cercato d’insegnare al bambino che non si può avere tutto, magari di riuscire a sopportare la privazione, invece le nuove generazioni di genitori confondono la frustrazione con la privazione.

IL messaggio che mandano i giovani genitori è che i figli possono avere tutto e questo concetto si ritorce contro, non solo nei loro confronti, ma soprattutto contro i bambini che non trovando ostacoli, non si impegnano e quindi non crescono: elaborano che basterà fare i capricci ed impuntarsi per riuscire ad avere ciò che desiderano.

Crescendo con questa carenza educativa il bambino si scontrerà con la scuola e con le regole della società e dovrà necessariamente scendere dal“trono“ed affrontare le proprie fragilità, angosce e pulsioni autodistruttive, fino ad accompagnarlo a rinunciare all’esercizio dell’ONNIPOTENZA”, impresa non facile.

Molti studiosi hanno cercato di dare delle risposte riguardanti le radici dell’onnipotenza e nel ricercarne le cause.

La psicologa Jirina Prekop, studiosa dell’onnipotenza del bambino, spiega che riconoscere le cause è veramente un rebus: si potrebbero collegare all’attuale stile di vita, nell’edonismo moderno che turba i valori reali ed anche della crescente attività lavorativa della madre che offre ai loro bambini anziché amore, disponibilità e pazienza, offre giocattoli e televisione, oppure si pensa alle conseguenze del lassismo educativo, oppure all’antiautoritarismo. 

Nonostante l’adulto abbia sempre lottato per il potere, ai giorni nostri i protagonisti sono i bambini che esigono il potere sia nell’ambito della famiglia che nella scuola, gli studiosi si domandano il perché.

Infatti chi chiede aiuto non è l’oppressore (il bambino tiranno) ma l’oppresso (il genitore), quindi si è sentito il bisogno di formare dei consultori per genitori, il primo è sorto in Francia, dove vengono organizzati dei gruppi di sostegno per i genitori, le vittime del bambino tiranno.

Quindi i genitori devono tornare a farsi rispettare, cambiare il modo di trattare il bambino, perché se l’adulto non ci riesce, si sentirà umiliato perdendo la sua autostima e sente su di sé lo sguardo di condanna degli altri adulti.

In questi gruppi di genitori si danno dei suggerimenti di terapie, per capire cosa si nasconde dietro l’esercitazione del potere che mette in atto il bambino, c’è la paura della perdita di sicurezza e protezione.

Il processo patologico s’instaura quando il bambino constata di essere più forte del genitore e di non essersi sentito protetto da loro.

La necessità del bambino e di recuperare l’esperienza base di sentirsi sostenuto, amato e rassicurato ed in mancanza di queste sicurezze scatta l’onnipotenza.

Viene spiegato ai genitori che deve essere messa in atto la terapia dell’HOLDING, l’abbraccio che contiene, sempre messa in atto dal genitore ma accompagnato dal terapeuta, in pratica tale terapia si pratica già quando il bambino è in preda all’ONNIPOTENZA.

Il bambino viene preso in braccio o sdraiati come se fosse in un marsupio e deve essere consolato cullato ed accarezzato, nonostante c’è una resistenza del bambino che si oppone e non vuole cedere. È sicuramente simile ad una battaglia molto stressante sia per il genitore che per il bambino, può durare anche ore, fin quando che il bambino non si lascia andare ed acquista sicurezza nei confronti dei genitori ed impara a star bene con sé stesso. Ed è proprio quell’insicurezza che il bambino ha provato nei confronti dei genitori fragili, da lì che è iniziato il suo tratto patologico dell’onnipotenza.

L’holding si è dimostrato il metodo più efficace, adattandolo ad ogni bambino, non è dannoso ma è un atto d’amore, non una punizione.

Quindi possiamo concludere che “il bambino tiranno“ potrà salvarsi solo se il genitore dimostrerà il coraggio ad assumersi la responsabilità di aiutarlo a rinunciare al desiderio di tiranneggiare e quindi potrà essere finalmente un bambino felice e libero. 

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