Ansia e stress
24 Luglio 2021
Disturbo da attacchi di panico
24 Luglio 2021
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A molti può accadere di non riuscire a liberare la mente da un ritornello musicale, da un’immagine, da un ricordo, oppure sentirsi costretti a controllare ripetutamente il gas, l’interruttore della luce, il contenuto del portafoglio. Possiamo, inoltre, essere colti da un dubbio oppure un pensiero fastidioso ed estraneo può distrarre la nostra mente, proprio quando avremmo bisogno di maggiore concentrazione per svolgere un’attività impegnativa o risolvere un problema.

Queste esperienze si caratterizzano per la loro occasionalità e soprattutto per la facile controllabilità da parte del soggetto che le vive e che riesce a scacciarle con un piccolo sforzo di volontà: tutto questo può condurre ad un eccesso di zelo, di stanchezza o a lievi ritardi, ma non costituisce un grosso problema.

Se però gli stessi pensieri raggiungono un’intensità ed una frequenza tali da generare un alto grado di sofferenza soggettiva, impadronendosi della nostra mente o della nostra volontà e ci costringono a compiere gesti che, con la loro inutile ripetitività, paralizzando ogni nostra iniziativa, in questi casi si parla di disturbo ossessivo-compulsivo.

Distribuzione e sintomi del disturbo

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è un disturbo d’ansia che può colpire tutte l’età, esordisce di solito durante l’adolescenza ma può manifestarsi anche durante l’infanzia. La comparsa dei primi sintomi avviene nella maggior parte dei casi, prima dei 25 anni di età ed esigua percentuale dopo i 40 anni.

Il DOC si distribuisce tra i due sessi con una lieve prevalenza nel sesso femminile; le possibilità di ammalarsi di DOC si aggirerebbero infatti intorno al 1,3% per gli uomini e al 2% per le donne. L’insorgenza del disturbo in epoca giovanile sembra privilegiare invece i soggetti di sesso maschile. L’incidenza del DOC nella popolazione è oggi stimata essere attorno all’1-2%, superiore di 50 volte a quanto si riteneva in passato.

La presenza di manifestazioni clinicamente rilevanti e persistenti caratterizza il quadro sintomatologico DOC.

I sintomi DOC possono sopraggiungere anche nell’infanzia come rituali di lavaggio o la ripetizione ed il controllo ed adottano schemi comportamentali di tipo adulto; tutto ciò è un campanello d’allarme, cominciano a mostrare i primi sintomi di un disturbo che raggiungerà la sua piena espressione quando saranno grandi.

Quindi scaturisce il concetto fondamentale che una diagnosi tempestiva e l’inizio precoce di un regime terapeutico possono diminuire i rischi di cronicizzarsi.

La frequente concomitanza di sintomi ossessivi-compulsivi e sintomi depressivi nello stesso soggetto o nella stessa famiglia ha fatto ritenere che il DOC derivasse da una precedente condizione depressiva. In alcuni casi la sintomatologia depressiva è una complicanza del DOC, in altri questi due disturbi assumono caratteristiche autonome: il corso e l’evoluzione dell’uno risulta indipendente dall’altro, così come la risposta al trattamento farmacologico.

Cosa sono le ossessioni?

Per ossessioni si intendono idee, pensieri, immagini o ricordi che sono ricorrenti, intrusivi ed involontari, che causano un marcato disagio ed un ansia intensa.

Queste ossessioni possono essere attinte dalla realtà quotidiana, come il timore di sbagliare e di compiere qualcosa di contrario alla legge o alla morale; in questo caso si caratterizzano prevalentemente per la frequenza con la quale si verificano e per la loro intrusività.

Talvolta le ossessioni si impongono all’attenzione del soggetto che le vive e di chi le valuta dall’esterno per la loro irrazionalità di contenuto: le ossessioni più frequenti sono quelle riguardanti lo sporco e la contaminazione con germi, secrezioni corporali, sangue, radiazioni, sostanze tossiche.

Altre ossessioni sono quelle a contenuto:

  • aggressivo, come aggressività fisica o verbale, incidenti, disgrazie, guerre, questo tipo di ossessioni conduce, in genere, all’evitamento di oggetti e situazioni potenzialmente pericolose come coltelli, aghi, vetri, o alla messa in atto di complessi rituali protettivi a scopo scaramantico;

  • dubitative, riguardano l’esecuzione di piccole attività quotidiane tipo la chiusura di rubinetti dell’acqua, del gas, di interruttori della luce, ma anche preoccupazioni di ordine etico, esistenziale come il valore della giustizia o il significato della vita;

  • numeriche sono relative a calcoli matematici o numeri telefonici;

  • sessuali consistono in pensieri osceni, impulsi incestuosi, o fantasie di abusi;

  • religiose, comprendono peccati e gesti sacrileghi o al contrario il ricorrere a pensieri e a meditazioni a contenuto religioso.

Cosa sono le compulsioni?

Le compulsioni sono definite come comportamenti ripetitivi, finalizzati o intenzionali che il paziente mette in atto secondo certe regole o in maniera stereotipata, nello strenuo tentativo di ridurre l’ansia da cui è afflitto per proteggere sé stesso ed i propri cari da qualche indefinita tragedia futura.

I comportamenti di evitamento comunemente associati alla paura di poter contrarre qualche malattia infettiva come: l’uso dei bagni pubblici e delle cabine telefoniche, il contatto con oggetti ritenuti contaminati quali il denaro, gli animali, le maniglie delle porte, che vengono perciò aperte con i gomiti, talvolta l’evitamento giunge a gravi forme di disadattamento sociale.

Quali sono le conseguenze?

Il paziente ossessivo può essere terrorizzato dall’idea di perdere il controllo delle proprie azioni, soprattutto quando abbia presentato attacchi di panico, ma la possibilità che i timori ossessivi o l’impulso irrazionale a commettere qualcosa di sconveniente vengano tradotti in atto è praticamente nulla.

La complicanza più frequentemente osservata nel DOC è la demoralizzazione o depressione secondaria. I sintomi depressivi come la ridotta autostima, i sentimenti di colpa, l’indecisione, l’insonnia, risultano in genere derivabili dai disagi provocati dalla sintomatologia ossessiva-compulsiva.

Il rischio di tossicodipendenzaabuso di alcolici o di farmaci ansiolitici è più basso che in altri disturbi, mentre il rischio di suicidio è modesto.

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