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25 Luglio 2021
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Appostamenti, inseguimenti, persecuzioni, telefonate… le donne sono spesso vittime di molestatori insistenti. Finalmente un nuovo provvedimento stabilisce per loro pene più dure. Il Parlamento ha legiferato sullo stalking, inserendo sulla sicurezza il “reato di atti persecutori”. La speranza è che si possano fermare le violenze sulle donne.

Sicuramente a livello di legge si è mosso qualcosa. In passato la denuncia produceva, solo, sei mesi di prigione e circa 500 euro di multa. Ora si va da sei mesi a quattro anni di carcere e varie aggravanti tra cui violenza su minori, disabili, donne incinte.

Un comportamento quasi “borderline”

La parola stalking letteralmente significa inseguire, pedinare con intento persecutorio e con intrusione continua nella vita privata e lavorativa, procurando dei disagi psico-sociali spesso molto gravi, ansia e paura alle vittime ed ai loro famigliari. Il 20% della popolazione italiana è vittima o è stata vittima di stalking, di cui l’80% sono donne e il 20% uomini. Però solo il 17% denuncia di aver subito un caso di stalking. Importante è notare che nell’80% dei casi lo stalker è conoscente delle vittime, un ex collega, un ex compagno/a spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito. In altri casi lo stalker vorrebbe stabilire una relazione sociale o sentimentale imponendo la propria persona nonostante si sia avuto un rifiuto.

Queste persone hanno perso un contatto con la realtà e, sette volte su dieci, hanno sviluppato una personalità borderline. Il 50% dei persecutori ha subito una volta nella vita l’abbandono, la separazione o il lutto di una persona cara e non è riuscito ad elaborare tali separazioni.

La solitudine è sicuramente un filo rosso che lega tutte le storie di stalking; infatti è molto difficile da spiegare agli altri com’è terrorizzante trovare anche solo dei fiori sulla porta come messaggio.

Come capire se si è vittima di Stalking

Inizialmente si avverte un disagio e si percepisce che qualcuno ci sta spiando, ma l’allarme scatta quando iniziano le minacce e violenze. E’ agghiacciante contare le telefonate del persecutore di giorno e di notte, con una cadenza micidiale da far impazzire chiunque, ma soprattutto chi è solo. Il ritratto tipo dello stalker è un uomo fragile che costruisce la sua forza impadronendosi di un’altra persona più debole. Però, quando la vittima si ribella, scatta l’ossessione.

La legge dovrebbe prevedere, in certi casi, l’obbligo di cura psichiatrica.

Lo stalker si può inquadrare, per la polizia, in cinque tipologie:

Il “risentito”: caratterizzato da rancori per traumi affettivi ricevuti ingiustamente.
Il “bisognoso d’affetto”: è insistente e fa pressione, nella convinzione che prima o poi l’oggetto delle sue attenzioni si convincerà.
Il “corteggiatore incompetente”: è opprimente ed invadente principalmente per ignoranza, quindi arreca un fastidio.
Il “respinto”: si sente rifiutato dalla vittima e quindi vuole vendicarsi e nello stesso tempo vuole riprovare ad avere una relazione con la vittima.
Il “predatore”: il cui obiettivo è di natura essenzialmente sessuale, il suo desiderio è di poterla avere nonostante l’abbia minacciata incutendole paura. Si tratta di una tipologia che spesso riguarda i voyeur e i pedofili.
Si consiglia di non aver mai pena del molestatore e di denunciarlo sempre.

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